Best Coast: California Nights
Accattivante e forse anche un po' paraculo, scusate il francesismo, il terzo disco del duo californiano Best Coast una volta di più si conferma come il possibile disco dell'estate. Lo è sicuramente per quanti con il surf sottobraccio e la California nei sogni amino periodicamente rinverdire i fasti mai sopiti del garage e delle sue millemila variabili. Pixies, The Breeders e pure le Hole sono tra i principali riferimenti di un gruppo che punta zero sulle liriche e tutto sulle melodie. Il disco si fa semplicemente amare pezzo dopo pezzo e restituisce intatto un immaginario fatto di palme e spiagge infinite, al tramonto, con l'aria frizzante della notte, naturalmente californiana, alle porte. Tutto può ancora accadere, o almeno questa è l'impressione che si ricava ascoltando tutto d'un fiato il disco. L'ottima Bethany Cosentino (già Pocahaunted) e il fiero scudiero Bobb Bruno questa volta più che in passato fanno centro. "Minchia divertiamoci che è sabato" diceva qualche tempo fa il buon
Paolo Rossi facendosi beffe di quel meccanismo mentale tipicamente
milanese per cui il divertimento come il lavoro ha i suoi tempi e i suoi
ritmi obbligatori. Ecco parafrasandolo potremmo dire: "Minchia ascoltiamo i Best Coast che è arrivata l'estate."
Ceremony: The L-Shaped Man
Con i Ceremony rimaniamo in California ma ci spostiamo decisamente per quel che riguarda lo stile musicale. Pronti via la voce di Ross Farrar ci fa pensare di aver sbagliato disco e anche secolo lasciandoci quel classico senso di straniamento molto frequente da almeno un ventennio a questa parte per chi ascolta un nuovo gruppo. Nessuno avrebbe niente da ridire se li definissimo una cover band dei Joy Division, anche se a onor del vero solo dopo quattro dischi, questo è il quinto, hanno deciso di dedicarsi al gruppo da cui hanno preso chiaramente spunto per darsi un nome. I vecchi Ceremony sono infatti un'altra cosa, ma questa è un'altra storia. Qui Ross Farrar è talmente ben calato nel ruolo che a tratti sembra di trovarsi di fronte Ian Curtis in persona. Il resto della band non è da meno e il disco, vibrante e incalzante, scorre via piacevole. The L-Shaped Man è un disco cupo, dark, tipicamente post-punk che rimanda anche a gruppi più recenti, come gli Interpol e naturalmente i New Order nati dalle ceneri dei Joy Division capostipiti del genere. Alcuni punti deboli ce li ha ma in complesso si tratto di un'operazione riuscita e una prova superata in pieno.
Eilen Jewell: Sundown Over Ghost Town
Se vi dicessi che esiste un disco in grado di sintetizzare perfettamente l'anima più country e schietta dell'america profonda e sofferente, di provincia, per dire alla Kris Kristofferson, e quella più poetica e intellettuale del tex-mex di frontiera, per esempio alla Calexico, immagino che vi precipitereste ad ascoltarlo e non potreste che esserne felici. Ebbene questo disco esiste e si chiama Sundown Over Ghost Town ed è letteralmente una bomba. Ingiustamente relegata nella nicchia del cantautorato americano la 36enne Eilen Jewell, giramondo con la chitarra perennemente sottobraccio, 10 dischi in 10 anni tra ep e live, ha un cuore blues e tanta voglia di conoscere il suo immenso paese. Così si mette a vagabondare in California, soprattutto, e a Venice Beach cerca di guadagnarsi la vita suonando per strada; da li si trasferisce in Massachusets dove comincia a farsi notare anche in qualche club, inizia ad incidere un paio di dischi finché non viene notata dalla classica rivista specializzata che di fronte a Sea Of Stars del 2009 si strappa letteralmente i capelli. Alla fine decide dopo una decina d'anni di tornare a casa nell'Idaho e da li oggi arriva quest'ultima fatica. Una di quelle storie che sembrerebbe possano succedere solo negli States, gli States del sogno americano anzi in questo caso, Americana. Non un semplice disco di folk, non un semplice disco di country, non solo blues, non solo rock, non solo rockabilly, non solo jazz...per me letteralmente un colpo di fulmine.
Faith No More: Sol Invictus
C'era una volta un gruppo capace di fondere l'heavy metal con il rock alternativo, il funk con il punk...e c'è ancora. C'era una volta un cantante dalla voce unica capace di estreme rudezze e virtuosismi assoluti...e c'è ancora. Dal trash metal al rap senza colpo ferire, dal rock al punk con estrema violenza e poesia c'erano una volta i Faith No More di Mike Patton...e ci sono ancora, tutti quanti! E in grande spolvero. A dire il vero di Mike Patton non avevamo mai perso le tracce viste anche le assidue frequentazioni del suolo italico del nostro. Solo l'anno scorso si faceva notare con l'ennesimo estrema scommessa della sua carriera quel tetema recensito dal sottoscritto proprio qui. Ed eccolo oggi riapparire con il gruppo che lo ha reso celebre e sicuramente gli ha permesso di prendersi le dovute libertà per costruirsi una carriera più unica che rara. C'è ancora posto per i Faith No More nel 2015? Beh domanda difficile, ma a giudicare dal risultato di Sol Invictus probabilmente c'è ne più oggi di ieri e forse è arrivata, anche per loro, l'ora della dovuta ri-consacrazione. Pieno di spunti interessanti, di capitoli esaltanti e altri un po' meno, il disco sembra ben messo a fuoco e ruota intorno al solito eclettismo e alla voce sempre più incredibile di Patton. Sorpresa? Si sorpresa, perché Sol Invictus non è il compitino di un gruppo che facendo leva sui fasti del passato voglia lanciare un tour in giro per il mondo, o almeno non è solo questo.
Qualcuno sa darmi qualche dritta sui Faith No More passati? Da quale iniziare? Grazie
RispondiEliminaA parte i FNM, gli altri sono sconosciuti. Vale la pena ascoltarli? Voti in decimi se fosse possibile?
RispondiEliminaFaith No More - album in studio
Elimina1985 – We Care a Lot
1987 – Introduce Yourself
1989 – The Real Thing
1992 – Angel Dust
1995 – King for a Day... Fool for a Lifetime
1997 – Album of the Year
2015 – Sol Invictus
Vediamo cosa saprà consigliarci l'amico RSK?
Consiglio in realtá gli ultimi dischi dei Faith No more in particolare King For a Day... del 1995, The Real Thing del 1989 e Angel Dust del 1992...probabilmente in quest'ordine. I Faith No More degli esordi sono un po' banali.
EliminaPer quel che riguarda eventuali classifiche dei dischi su menzionati: dipende! Se ti piacciono i Faith No More probabilmente apprezzeresti di piu' i Ceremony (7/10) se sei in vena di cazzeggio allora buttati sui Best Coast (7/10) per me pero il disco del mese é quello di Eilen Jewell (8/10).
Elimina@Melior...e se rimani in contatto in spalla destra prossimamente REC, con altri 3 o 4 consigli freschi di uscita. A presto.
EliminaPeraltro:
RispondiEliminaMIKE PATTON
Adult Themes For Voice (1996)
Pranzo Oltranzista (1997)
A perfect Place
Mondo Cane
La solitudine dei numeri primi
Come un Tuono
+ COLLABORAZIONI,
FANTOMAS
Fantomas (Ipecac, 1999)
The Director's Cut (Ipecac, 2001)
Delirium Cordia (Ipecac, 2004)
Suspended Animation (Ipecac, 2005)
MR. BUNGLE
Mr Bungle (1991)
Disco Volante (1995)
California (1999)
TOMAHAWK
Tomahawk (Ipecac, 2001)
Mit Gas (Ipecac, 2003)
Anonymous (Ipecac, 2007)
Oddfellows (2013)
PEEPING TOM
Peeping Tom (2006)
Scusate se abbasso drasticamente il livello della discussione ma...
RispondiElimina"...odio i rapper banali chi li produce e chi li segue.
10 in comunicazione, non uso mai l'inglese,
ora faccio un'eccezione:
FUCK FEDEZ!"
A me Mondo Cane non era piaciuto molto...credo possa apprezzarlo più uno straniero che un italiano, al quale può apparire come un disco "etnico". Molte di quelle cover sono inutili a fronte del fatto che le versioni originali hanno spesso arrngiamenti più intriganti di quelli di Mike Patton. La canzone italiana dei primi anni 60 è superlativa, volere confrontarsi con essa è sempre un'operazione rischiosa.
RispondiEliminaBest Coast says thanks!!!
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