Musica e Parole: Pier Vittorio Tondelli, Rimini, ed i CCCP.

di Thelonius Mork

"Se non capisci questo, non credo tu possa capire quarant'anni di scandali italiani. Perché non hai davanti dei semplici corrotti. Hai gente ben più pericolosa. Gente che agisce con la certezza di seguire la strada giusta. Capisci? In fondo i cattolici sono molto più realisti dei marxisti o dei cosiddetti laici in genere. Ben più machiavellici. Hanno sempre un fine indiscutibile che, appunto, li giustifica agli occhi della propria coscienza. Ma è un fine ultramondano. Cioè tutto è niente. Questo è il punto."

Ho terminato la lettura di Rimini solo pochi minuti fa. E per certi versi mi chiedo perché ora me ne stia qui a scrivere questo post. Ancora stordito da un finale perfetto nel suo lucido cinismo ed ancora emozionato per la delicata travolgente bellezza dell'opera suddetta, scrivo cioè con la rassegnata consapevolezza che non possa essere in alcun modo possibile racchiudere nei tempi di un post destinato alla grande rete la caratura di una figura gigantesca come Pier Vittorio Tondelli e l'incanto di un libro come Rimini.

Sia dunque questo post solo un rispettoso e sentito consiglio per le vostre letture estive, cari lettori musicanidi, un appello a farvi travolgere da un turbine di emozioni, immagini, suoni, in cui frastornanti luci al neon innaffiate nell'alcool del whisky, feste mondane sferzate da fresche brezze marine, spogli corridoi di decadenti hotel illuminati solo da fioche luci provenienti da una porta socchiusa, spiagge affollate di bagnanti persi in un soleggiato oblio, parchi di divertimenti che nascondono delicati segreti, diventano sfondi a tinte forti di vite irrimediabilmente destinate a perdersi in una lunga estate romagnola.

E' Rimini dunque, ed è il 1985. Le vicende di un giovane giornalista rampante mandato in Riviera per il suo primo importante incarico, di una donna tedesca alla ricerca della sorella scomparsa, di un suonatore di sax ingaggiato da un piccolo club sulla spiaggia, di un folle scrittore omosessuale dedito all'alcolismo,  di due strampalati sceneggiatori in cerca di fortuna, vengono trattate da Tondelli come scintillanti detriti trascinati al mare da un roboante fiume in piena, ora destinati a scontrarsi l'uno con l'altro, ora a non incontrarsi mai. Nel mezzo: loschi intrighi politici, deliri, sesso, morte, ricordi di un'innocenza perduta, e terrazze che anticipano d'anni quella grande bellezza che, in chiave romana, avrebbe mitizzato più tardi Paolo Sorrentino.

Il tutto è infine sorretto da una scrittura tagliente, precisa, a tratti aggressiva, sempre in perfetta sintonia con il ritmo della storia e sempre puntuale nel tratteggiare personaggi di grande profondità. Sprofondarsi in Rimini, insomma, non è solo farsi portare via da un bellissimo libro estivo. E' fare dell'estate un'ottima occasione per scoprire, o riscoprire, uno dei più grandi talenti che la letteratura del nostro paese abbia mai prodotto.

Come d'uso questa rubrica vuole che ad ogni libro recensito si abbini infine la sua perfetta colonna sonora. Imbarazzante, in questo caso, visto che lo stesso Tondelli, in una nota al termine dell'opera, indica da sé un'immaginaria colonna sonora ideale per il suo romanzo (non possiamo qui riportarla per ragioni di copyright). Eppure, se devo consigliare un disco per Rimini, proporrei qualcosa di diverso da quanto scelto dal suo autore e senza alcun dubbio sarebbe CCCP1964-1985 Affinità-Divergenze tra il compagno Togliatti e noi. A dispetto del nome del gruppo e del titolo dell'album infatti, anche in questo disco il tema politico è solo accennato ed emerge solo in chiave allucinata, tra le pieghe di un'Emilia (Romagna) Paranoica rivelata in quello stesso anno, il 1985, anche in tutta la sua schizofrenia. E poi in questo LP c' è il reggae sconvolto di Mi Ami, la ricerca d'aiuto di Curami, i paradossali stati d'animo di Io sto bene, il senso di vuoto di Noia...il punk di Ferretti e soci calza quest'opera alla perfezione perché ne condivide slanci, depressioni, tempi e situazioni.
Ed oltretutto, personalmente, ho sempre sentito in questo album anche un certo piglio allegramente estivo, tipicamente emiliano, benché molti amanti di quelle porcate tipo Festivalbar potrebbero non trovarsi d'accordo.
Ma, si sa, esistono posti in cui in effetti "Tutto è niente."
E "questo è il punto."
Restiamone lontani.

3 commenti:

  1. Io con Rimini avrei visto meglio Romina Power

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  2. Allora ti consigliamo questa, ma se hai un malore prima che finisca chiamaci. Trattasi di pezzo nauseabondo.

    https://www.youtube.com/watch?v=tJOPd6dSgcc

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