Storie dal Vivo: Elyas Khan@ Arci Virgilio, Mantova 30.03.2014

di Johnny Clash

Il lampo che ci coglie nel bel mezzo della grande pianura ed illumina a giorno l'oscurità di una mite serata marzolina non lascia adito a dubbi. Mi giro verso il buon Tommy ThecaT, tenendo le mani ben ancorate al volante e chiedo: "Hai visto?"
"Cosa?", mi domanda a sua volta.
"Ho preso la multa."

Che velocità stavo facendo? Sessanta all'ora, settanta? Cristo è possibile spostarsi da Brescia a Mantova senza prendere una dannata multa per eccesso di velocità? Non credo.

Poi uno arriva in ritardo ai concerti...e per forza.

Giungiamo dunque all'Arci Virgilio di Mantova (bel posticino) a concerto già iniziato e sgattaioliamo dentro il locale proprio mentre Elyas sta dandoci dentro con uno dei pezzi più trascinanti del suo recente album d'esordio, quel Brawl in Paradise che il nostro direttore Maurisio Seimani ha messo addirittura fra i migliori dieci dischi del 2013 (per la recensione si clicchi qui). Il pezzo è Lowest of the low.
Troviamo Mr.Khan saldamente ancorato alla sua chitarra elettrica ed esattamente come ce l'aspettavamo: un moderno eroe del rock romanticamente decadente e simpaticamente sornione, da un lato un po' di Jack Sparrow, e dall'altro un po' del Willy Wonka dark di Tim Burton. Un caso che entrambi i termini di paragone vadano a parare su personaggi interpretati dal medesimo attore? Chissà...
Uno striscione posto dietro il palco penzolante da un lato, con grafiche che ricordano i manifesti del Circo Orfei di una volta,  ricorda a tutti i presenti con chi si ha a che fare: "Elyas Khan". Ad accompagnarlo solo un batterista, un addetto "al computer" ed una signora addetta ai souvenirs: una combriccola che sembra uscire da una versione de "Il Maestro e Margherita" riscritta a New York. 
Il cantautore indo-londinese, ora di casa nella Grande Mela, tira sguardi carismatici, suda stille alcoliche  e lancia coriandoli al pubblico.

Ma ciò che stupisce di più del suo approccio dal vivo è la diversità del piglio musicale che prendono le canzoni del suo ultimo disco. Gli arrangiamenti live riportano i pezzi di Brawl in Paradise verso la loro natura più grezza, epurandola da tutti gli orpelli e le stille pirotecniche tipiche del Khan in versione studio. Per quanto il nostro mi piaccia anche in questa seconda versione, devo ammettere che forse in versione asciutta è anche meglio: Elyas passa disinvoltamente tra basso e chitarra, la sua voce non cede d'un passo e non sbaglia una nota. La ruvidità delle esecuzioni conferisce ai brani un' aspetto più deciso e tagliente.
Così è sul serio una sorta di versione naked di Brawl in Paradise quella che viene messa in scena in quel dell' ARCI Virgilio: Three Merry Boys, Cook The Oceans, Bells, ruggiscono come tigri di un circo a riposo (ancora il vecchio Orfei? Se vi pare...), libere dall'impellenza del frustino del domatore e di nuovo pronte a mordere chi voglia impartire ordini.

Dopo poco più di un'ora di musica (ma non sappiamo quando avesse cominciato) Khan finisce tra gli applausi dei presenti. Andiamo a stringergli la mano. Lui ci racconta divertito di come questo tour lo stia portando a suonare nei posti più impensabili. La sera prima, ad esempio: una piccola discoteca sotto un albergo in Austria. 
Eppure io credo che un tizio simile meriterebbe platee più ampie (ma di quanti altri, in fondo, oggi si potrebbe dirlo?). Brawl in Paradise aveva diverse frecce al suo arco. Buona qualità complessiva e due tre singoli che potenzialmente avrebbero potuto spaccare anche in radio, se qualcuno li avesse mai trasmessi.

E vabbè...Elyas ci sembra uno che quando perde un treno si da una breve grattata sulla testa e si mette semplicemente ad aspettare il treno seguente. Lo rincontreremo presto sul nostro cammino.

Intanto a me e Tommy ThecaT non resta altro da fare che divorare un hot dog a un chiosco lungo le mura mantovane e tornare verso casa. A 50 all'ora ovviamente.
Un giorno ci scriveremo anche una recensione di tutta sta storia...
Evviva il prenderla un po' come viene. Evviva gli Elyas Khan ad ogni latitudine. Rock and roll!



"Filmé dans le hall de la mairie du 7eme arrondissement de Lyon"
(...sette giorni dopo i fatti riportati in questo post)

25 commenti:

  1. Pur non conoscendo minimamente il caro Elyas, son rimasto subito affascinato dalla rudezza del sound (soprattutto con la chitarra).
    In versione "basso", Elyas era molto più "placido" (si fa per dire) e "accomodante" (per ulteriori info si ascolti attentamente il video propostocisici).
    Nota di merito per il batterista che regalava un atmosfera "geometrica" e "marziale" a tanti pezzi.
    TTT

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    1. Beh però nel video qui sopra sbassaglia mica da ridere il Jack Sparrow....

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  2. La leggenda vuole che, durante il concerto, Elyas, alla sola vista di Maurisio Seimani tra il pubblico sotto le mentite spoglie di Johnny Clash, rimase stupito e inderdetto.
    Con un rapido cenno di capo, mise subito sull'attenti l'addetto al computer per spedìrlo velocemente nelle vicinanze di Seimani per verificare la qualità del sound.
    Seimani, ovunque vada, incute timore e spavento.
    TTT

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    1. Come come...Johnny Cash è Maurisio, Maurisio è Johnny Clash? Ma Johnny Clash è simpatico e intelligente, e Maurisio è fetido, coi calzini sporchi, puzzolente, disgustoso e vomitevole, come è possibile?

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    2. Non è possibile. Sei pregato di non farti/farci domande di tal genere.

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  3. Avventore dell'Arci Virgilio8 maggio 2014 alle ore 09:07

    Confermo tutto.

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  4. Avvenente dell'Arci Virglio9 maggio 2014 alle ore 05:49

    Smentisco tutto

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  5. Non siete credibili.

    C'è chi conferma e chi smentisce la serata.
    C'è qualcuno che afferma che Johnny Clash sia addirittura Seimani. E Seimani allora chi è veramente?
    Sul basso di Elyas le versioni sono discordanti.

    Sto iniziando a pensare che la serata non sia mai accaduta e tutto sia il frutto di droghe sintetiche molto potenti.

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    1. Esprimi dubbi privi di senso. Quando c'è di mezzo Seimani non v'è più esistenza o inesistenza. Scordati dunque il tempo, lo spazio...tutto accadde e nulla accadde mai. Tu, tu che ti senti così saldamente ancorato alle tue ragioni, tu! Sei sicuro di non essere tu, Stupefatto, Maurisio Seimani?

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    2. Er cazzo se po ddì9 maggio 2014 alle ore 13:44

      Mio Dio che confusione...

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  6. La beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che SEIMANI esiste, e come niente...sparisce.

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    1. TommyThecaT diceva sempre: "Io non credo in Dio, ma ho paura di lui". Be', Johnny Clash crede in Dio... e l'unica cosa di cui ha paura è SEIMANI.

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  7. Ma chi è Maurisio Seimani?

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  8. Ma solidarietà cosa, ma che uno deve vestirsi da donna e tenersi la barba cantando per altro una canzone demmerda? L'unica fortuna che ha è di avere contro un esponente russo, da sempre paese covo di spie, assassini e bolscevichi corrotti!

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    1. Donna barbuta sempre piaciuta...9 maggio 2014 alle ore 15:21

      la canzone fa cagare di brutto...tutto il resto è fuffa!
      Mi sa tanto di una campagna pubblicitaria creata ad arte dal Seimani per distrarre il popolino dal creativo sport dell'insulto al direttore...Seimani è un diavolo quando si tratta di distrazione di massa!

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  9. Seimani muove i fili ed io ho paura.

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  10. Avete perso un lettore con le palle.

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  11. Decadenza spirituale a palla qui.

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    1. Sono d'accordo, sembra il sito del corriere o della repubblica, non sai piu' qual'e' la colonna centrale...

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  12. Secondo voi senza barba ci sarebbe arrivat@ in finale?

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  13. La colonna di destra di musicanidi e' una cagata dietro l'altra: venditti? ma l'avete ascoltata la canzone? poi Gangster's Paradise che due coolioni!!! Alla fine la barbona ci fa la sua porca figura...meno male che c'e' FRED BUSCAGLIONE!!!

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  14. Per Zanetti giu' il cappello...

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