Made in Rome, Antonello Venditti - Lilly

di TommyThecaT

....ed il vino ed il sangue mi sale alla testa
"Non voglio sparare".
E le lacrime confondono il cuore dal proprio dovere.
"Dov'è andato dov'è andato il coraggio spavaldo di un bracconiere".
La pietà mi fa dire di no a un leone che fugge....
("Lo Stambecco Ferito")


Siamo alle solite. Provate per un attimo a cancellare dalla vostra memoria tutte le informazioni, i ricordi musicali e le considerazioni che avete accumulato nella vostra vita su Antonello Venditti. Lo so, è difficile ma chi non ci riesce è inutile che continui a leggere. Per chi lo ha conosciuto  per quello che ha fatto  negli anni ’80 e ’90, non può fare altro che ritenerlo un buffone o un mentecatto, uno sfigato, un cantante da tenere ben alla larga dalle proprie orecchie. Per chi lo ha conosciuto per la sua musica degli anni 2000, penso non abbia margini di riabilitazione.
Antonello Venditti arriva però da ben più lontano, dai primi anni settanta carico di passione, politica, idee e, soprattutto, dignità. Per puro caso, mi sono avvicinato con molta titubanza a “Lilly”, quarto album da solista pubblicato nel 1975. Con “Lilly” Venditti raggiunge finalmente il successo nazional-popolare (saranno circa 700.000 le copie vendute) proponendo 7 pezzi ben distanti dalle sonorità "poppeggianti" e “leggere” che un album primo in classifica potrebbe immaginare di proporre.



La voce potente e spesso “strascicata” di Antonello viene accompagnata dall’immancabile pianoforte ("L'Amore Non ha Padroni" e nella lunghissima e bellissima “Lo Stambecco Ferito”); nell'ossessiva title-track “Lilly” la chitarra la fa da padrone. Si passa con estrema naturalezza da sontuose tracce orchestrali (“Santa Brigida”, rivisitazione di un'antica preghiera contadina) alla canzone d’amore “L'Amore Non Ha Padroni” (dedicata alla futura moglie Simona Izzo), dalla ballata acustica “Attila E La Stella” (forse il tallone d’achille dell’album) all’invettiva proletaria de “Lo Stambecco Ferito” contro il sistema economico-politico, dall’ironia di “Penna A Sfera” (attacco frontale verso un giornalista reo di averlo sputtanato) alla nostalgica “Compagno di Scuola” (Venditti ha sempre avuto interesse verso le tematiche “scolastiche”).

Album per chi sa apprezzare il cantautorato italiano anni settanta, per chi non vive nel pregiudizio musicale, per chi ama le inclinazioni dialettali romanesche, per chi apprezza le canzoni di denuncia (la popolarissima “Lilly” è un forte atto di accusa verso il mondo della droga), per chi apprezza gli album poco “sovra-prodotti”.

Felice sarà chi riuscirà ad ascoltarlo senza remore mentali, Lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly, Lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly-lilly....



...Santa Brigida mia divina
nun fa' piover alle castagne
nun fa' piover alle castagne
e butta via l'ortica
o sole che nasci povero
illumina 'sta terra
illumina 'sta terra
e nun fa' crescer l'ortica....

24 commenti:

  1. Minchia, ma state scherzando?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La responsabilità di questo post è tutta di Tommy ThecaT. Nella stessa redazione serpeggiano malumori e veleni. Comunque devi chiederlo a lui.

      Elimina
    2. Il nostro direttore Seimani ci obbliga ad essere aperti a 360°

      Elimina
  2. Non ascolterò mai questo disco, perchè se Lilly è il primo pezzo e dura ben 6 minuti non potrei mai reggerlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Lo Stambecco Ferito" ne dura quasi dieci ed è bellissima

      Elimina
  3. L'unica vera poesia di Venditti l'ha scritta Guzzanti che fa Venditti ed è questa:

    Vieni con me, amore, sul Grande Raccordo Anulare
    che circonda la capitale
    e nelle soste faremo l'amore
    e se nasce una bambina poi la chiameremo Roma.

    All'uscita 25 c'è 'a Laurentina,
    Bruno l'infame ha cambiato gestione,
    er prosciutto è più bono da Sergio,
    dietro la piazza, ma non te fa lo scontrino.

    All'uscita dell'Aurelia c'è Casalotti Boccea,
    fai la conversione e c'è il tabacchi notturno,
    se è chiuso, giù al controviale c'è er distributore
    che te frega 'e' resto, er distributore,
    ma te frega 'e' resto.

    Dalla 7 poi annà a dritto pe' Grottaferata,
    ce sta' 'n inglese che viene contromano,
    dice c'avete voluto in Europa, e noi c'entramo.
    Guidamo tutti così, non so' io che sono strano,
    pure 'a reggina guida così, contromano.
    E che ie fai 'a murta a reggina contromano?

    E allora vieni con me, amore, sul Grande Raccordo Anulare
    che circonda la capitale
    e nelle soste faremo l'amore
    e se nasce una bambina poi la chiameremo Roma.

    Dar Verano c'è la rampa de' 'a Tangenziale,
    devi stà attento, buttatte 'n tempo a destra,
    te poi ritrovà sulla Roma-L'Aquila, occhio ar cartello,
    occhio ar cartello.

    All'uscita 29 c'è Acilia Casarpalocco,
    dietro er bar de Enzo, c'è un centro commerciale,
    dice Tiziana che nun ce sta 'a mucca pazza,
    ce sta er cartello, vatte a fidà, so' boni tutti
    a mettece 'na scritta, sur cartello, so' boni tutti.
    So' bono pure io, a mette 'na scritta, sur cartello.

    All'uscita 24 c'è 'a Cecchignola,
    ndò m'hanno riformato pe' i piedi piatti,
    Daniele 'nvece ha fatto la scena der matto janno menato,
    e poi nei granatieri,
    prima janno menato, e poi nei granatieri.

    Amore amore vortato a quella prima
    e sei stata risucchiata dalla Cassia.
    Chissà adesso co' chi stai,
    chissà se sei arivata mai.

    Adesso c'è Sabrina che lavora all'Autogrill
    dove faccio er pieno de benzina,
    pe' fa' un metro sulla Tiburtina.
    E se nasce una bambina poi la chiameremo Roma.
    Er fratello lo chiamiamo Cuppolone.
    Na na na na.
    La storia finisce sur Grande Raccordo Anulare.
    Na na na.
    Il mondo finisce sur Grande Raccordo Anulare.

    RispondiElimina
  4. Qui a musicanidi ognuno e' libero di scrivere quello che vuole della serie fedeli alla linea ma la linea non c'e'! Certo che Vendetta e' duro da digerire...

    RispondiElimina
  5. Di Venditti mi piace solo Giulio Cesare. Tutto il resto non avrebbe mai dovuto cantarlo ne suonarlo mai!

    RispondiElimina
  6. Mai saputo dell'esistenza di quel pezzo alla "USA for Africa"...pezzone con sound anni 80 che a me non piace per niente ma sicuramente diecimila volte meglio di We are the world

    RispondiElimina
  7. Si badi però che Little Steven fu molto attento a far sì che non passasse il solito concetto tanto in voga all'epoca: "i buoni Stati Uniti aiutano l'Africa", coinvolgendo fin dal principio anche artisti irlandesi, inglesi e giamaicani. Quindi non USA. Anche il piglio è diverso. We are the world è un melenso inno alla solidarietà, mentre Sun City è una nuda e cruda canzone di denuncia verso un sistema. Le immagini dei tafferugli che passano durante il video sottolineano come il pezzo non voglia avere proprio nulla di rassicurante. (che poi è probabilmente la ragione per cui tutti oggi sanno di We are the world, ma, nonostante la portata e il numero degli artisti coinvolti, in ben pochi hanno mai sentito Sun City).

    RispondiElimina
  8. Ma vi rendete conto di quello che dite? qui stiamo parlando di un uomo!!!

    RispondiElimina
  9. Io vi ho seguito e sono andato anche a riascoltarmelo questo disco, ma mi dispiace, non mi è piaciuto. Oggi può apparire originale, ma se contestualizzato in quegli anni era già un prodotto non all'altezza di altri bellissimi dischi fatti dai suoi colleghi, secondo me. ok se un disco simile uscisse oggi sarebbe ben superiore a qualsiasi cosa venga prodotta dai nostri moderni cantautori con buona pace dei vari Dente e Brunori SAS...Ma il cantautorato italiano dei 70 è uno dei picchi più alti della nostra musica. Il disco è del 1975 (dovreste metterlo l'anno di pubblicazione nei vostri articoli) e mentre usciva Lilly De Andrè, De Gregori, ma arrivo a dire anche Vecchioni e Bennato (che allora erano ancora molto ispirati) facevano dischi superiori a questo (vedasi: Io che non sono l'imperatore o Ipertensione). Battiato intanto sperimentava e La Voce del Padrone sarebbe uscito solo qualche anno dopo. Del 1975 è anche Anidride Solforosa di Dalla. In mezzo a questo fermento, intendo, non so se si possa dire che Lilly possa essere considerato una pietra miliare della nostra musica. E non ho nemmeno toccato il tasto Battisti che in quegli anni era già ad Anima Latina.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Ettore,
      gli articoli dovrebbero essere letti con attenzione. A parte l'anno di pubblicazione che è stampato a chiare lettere, volevo porre la tua attenzione su ciò che rappresenta per noi la rubrica Meid In Italy. Si parla di musica italiana, di album che han fatto, più o meno, la storia della musica italiana. E nessuno può non considerare Venditti come protagonista (nel bene e nel male) della scena soprattutto fra gli anni ’70 e ’80. Non mi pare di aver scritto che Lilly sia una PIETRA MILIARE, che sia migliore di questo o di quello. Non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervelletto! Qui non si fanno classifiche perché la mia classifica sarà sempre diversa dalla tua che sarà sempre diversa da quella di XXX che sarà sempre diversa da quella di YYY. Se tu scorri tutti i vecchi post Meid In Italy troverai album molto meno importanti dal punto di vista storico di Lilly (attenzione, non sto dicendo meno belli): Camisasca, Perturbazione, Zu, Assalti Frontali, Avion Travel e così via.
      Ho ascoltato Lilly, mi è piaciuto, ho scritto un post e ora ne stiamo parlando. Tu hai riascoltato Lilly e non ti è piaciuto. Semplice. Lasciamo perdere i raffronti con Dalla, Vecchioni, Battisti, Battiato, Bennato, De Gregori, Conte, Ciampi, Endrigo, Lauzi, De Andrè, Gaber e così via…non ha molto senso secondo me, si entra in circolo vizioso senza fine, fatto di partigianerie e gusti personali non discutibili.
      Comunque “La Voce Del Padrone” usciva nel 1981. Sei anni sono un abisso musicalmente parlando. Soprattutto quei 6 anni a cavallo fra gli anni ’70 e ’80!

      Elimina
    2. Grande Ettore, questi sono i lettori di cui abbiamo bisogno.Di Anidride Solforosa si e' parlato, cerca nella colonna di destra in fondo lucio dalla. Battisti De Andre e Battiato nonche' De Gregori sono tutti di casa qui... Aggiungo che nel 1975 giusto per dirne una usciva anche questa canzone:
      Canto per te che mi vieni a sentire
      Suono per te che non mi vuoi capire
      Rido per te che non sai sognare
      Suono per te che non mi vuoi capire

      Elimina
  10. Lilly invece secondo me è una pietra miliare della nostra musica proprio perchè è uno dei dishi migliori di quel periodo....comunque, ognuno poi ha i suoi gusti.

    Il video di questa SUN CITY (di cui non avevo mai sentito parlare) che avete postato in spalla è una chicca. Vedere com'erano negli anni 80 tutti quei personaggi fa un certo effetto. Fa ridere Lou Reed perchè lui invece è sempre uguale, come in tutte le foto che lo rappresentano di qualsiasi epoca,ahahahah!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sei parente di Bungalow Bill?

      Elimina
    2. Ciao, io sono The Fool. The Fool on the Bill ovviamente.

      Elimina
  11. ma Bono l'è ross de cahei? El pe bù dei ross el ga nigàt so mama en del foss non dimentichiamolo!

    RispondiElimina
  12. Simili a degli eroi, abbiamo il cuore a strisce
    Portaci dove vuoi, verso le tue conquiste
    Dove tu arriverai, sarà la storia di tutti noi
    Solo chi corre può, fare di te la squadra che sei.

    Juve, storia di un grande amore
    Bianco che abbraccia il nero
    Coro che si alza davvero
    Juve per sempre sara'

    RispondiElimina