Jules Not Jude - Perfect Pop Songs

di Johnny Clash

In occasione dell'ormai imminente uscita di The Miracle Foundation, album che vedrà la sua pubblicazione ufficiale l'11 di novembre e che ha già attirato la curiosità niente meno che della storica rivista Rolling Stone, abbiamo pensato di inviare qualche domanda ai Jules Not Jude, compagine bresciana in circolazione da circa cinque anni, giunta qui alla sua seconda fatica in formato LP. Benchè fosse anche un'ottimo spunto per prendere a male parole il nostro vile direttore Maurisio Seimani (normalmente investito di insulti da chiunque si trovi a mettere piede su questo blog), come potrete leggere l'intervista è invece diventata il pretesto per capire un po' meglio cosa dovremo aspettarci da questo nuovo disco e, conseguentemente, dal passato, presente e futuro dei nostri. Con l'assunto che, in considerazione del fatto che per il momento i Jules Not Jude non hanno voluto infierire verso l'odiato Maurisio, il miglior augurio di Musicanidi per il loro immediato futuro è ovviamente che si ravvedano quanto prima.
Rocknroll!!!


Chi sono i Jules Not Jude e come è cominciata questa avventura? 
I Jules Not Jude sono Simone Ferrari, Andrea Buffoli, Mauro Parolini e Daniel Pasotti. Tutto è iniziato a fine 2008 circa. Eravamo in due. Una manciata di pezzi chitarra-voce in cameretta. Poi abbiamo registrato un ep. Poi siamo diventati quattro, ma non gli attuali quattro. Abbiamo registrato un disco. Poi siamo andati in Inghilterra. E’ arrivato Daniel. Qualcun altro è andato. Poi abbiamo registrato lì un ep. Poi siamo andati in Germania. Due volte. Poi abbiamo registrato un ep. E’ arrivato Andrea. Qualcun altro se ne è andato. Poi abbiamo registrato ‘The Miracle Foundation’. Io e Mauro siamo sempre stati Jules Not Jude. Ma solo io ero uno dei primi due. In mezzo a tutto ciò abbiamo fatto tanti concerti, km e autogrill. 

Ci sarebbe piaciuto parlare del vostro nuovo disco The Miracle Foundation, ma venendo pubblicato l’11 novembre non ne sappiamo ancora un accidente. Una cosa però appare già evidente: la copertina è fichissima. Chi l’ha ideata? 
Daniel Pasotti a.k.a Welcome Crotchety (Batterista dei Jules not Jude e Grafico) e Riccardo Rauseo a.k.a Maneki Tattoo (Bassista degli Altica e Tatuatore) 

Che dobbiamo aspettarci da The Miracle Foundation e in cosa quest’album si differenzia dal precedente All Apples Are Red? 
Alcuni dicono che The Miracle Foundation abbia un suono piu’ “americano”. Altri dicono abbia un suono molto “inglese”. Secondo me è la mentalità con la quale questo disco è stato composto e registrato che li differenzia. Penso che la differenza tra gli album di una band sia una delle domande più difficili da fare ad una band. La verità è che ogni pezzo, album, ep è rappresentativo di un momento storico ed emotivo. Tra l’altro a me questo momento piace parecchio. 

Perché questo titolo: The Miracle Foundation? 
“Si chiama “The Miracle Foundation”, un titolo evocativo, ispirato dal nome di un'associazione americana che si occupa di orfani in India. L’album è un caleidoscopio di sensazioni e di riferimenti ad esperienze personali o universali che hanno quale filo conduttore il disagio, un vago senso di abbandono e l’orfano, quale entità simbolica.” Cit. 

Il disco conta su partecipazioni importanti come Enzo Moretto dei Toys Orchestra e il produttore britannico Jon Astley (già collaboratore di The Who, Clapton, Harrison, Rolling Stones tra gli altri) . Com'è? Vi dovevano dei soldi? Come sono nate queste collaborazioni? 
No. Lo so, può sembrare strano, ma non ci dovevano soldi. Lo giuro. Li dobbiamo noi, ora, a loro? No. No. Scherzi a parte. Sono collaborazioni nate con totale naturalezza. Desideravamo fare un featuring all’interno del disco. Volevamo partecipasse qualcuno in grado di rappresentare la band per eccellenza che in Italia canta in inglese e ha ottenuto più risultati. Enzo era perfetto. Gliene abbiamo parlato, gli è piaciuta l’idea, il pezzo, aveva un giorno libero. E’ venuto a cantare la seconda strofa di Raise The Hood, secondo pezzo dell’album. Con Jon è stato anche più facile per quanto sia geograficamente più lontano. Il TUP Studio di Pierluigi Ballarin (The R’s) , dove noi abbiamo registrato, collabora spesso con Jon per masterizzazioni. Una mail et voilà. Eccoci virtualmente a Londra. 

Presumibilmente all’uscita del disco seguirà una tournè. Che cosa promettete a chi verrà a sentirvi? 
Tournè è bellissimo. Sembra di descrivere i concerti di un cantautore italiano anni’80. Dovremmo rivalutare il termine tournè. E’ poco utilizzato. Non so se siamo realmente in grado di fare promesse a chi verrà a sentirci. Si dice che se la band si diverte sul palco, la gente si diverte sotto il palco. Ecco, prometto che mi divertirò tantissimo. 

Chiudiamo col futuro (quindi sostanzialemente parlando di sogni e smancerie varie)…cosa sognate per l’avvenire dei Jules Not Jude? 
Tipo la copertina di NME, essere headliner a Glastonbury, suonare sul palco principale del Coachella, presentare l’album da Letterman e passare da Jools Holland per due o tre pezzi nei quali lui suona il piano con noi? Un feat. su un pezzo inedito con Jack White e Josh Homme dei QOTSA? Si poteva sognare giusto? Rimanendo più terra-terra sarebbe bello se The Miracle Foundation piacesse a tante persone, sarebbe bello suonare tantissimo in Italia e all’estero. Più che mai. Sarebbe bello se in Italia non chiudessero i locali che fanno musica dal vivo, anzi se iniziassero a pagarti per aprirli. Sarebbe bello fossero tantissimi. Sarebbe bello che la gente sgomitasse e questi locali fossero sempre pieni. Ah, sarebbe bello se la musica in Italia iniziasse a guardare un po’ di più fuori dai confini. 

Un’ultima cosa, ma non per importanza. Nessuno passa per Musicanidi senza lasciare un sentito insulto al suo scorrettissimo direttore Maurisio Seimani. Qual è l’insulto dei Jules Not Jude per il fetido Maurisio? 
Lo dobbiamo insultare sul serio? Insulti tipo ciccione o scorreggione? No. Povero Mauri...

In realtà dovevate insultarlo sul serio. Confidiamo che non mancherete di rincarare la dose nei commenti.
Detto questo: grazie mille.

10 commenti:

  1. Sarebbe bello anche un mondo senza Seimani, a dirla tutta.

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Finalmente un minimo di serietà.

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  3. Se il filo conduttore è il disagio avete concesso l'intervista al blog giusto. Seimani ne è una manifestazione così totalizzante che al confronto i Fiori del male di Baudelaire sono Topolino.

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  4. la bellezza di questo blog aumenta esponenzialmente insieme all'odio che ormai il mondo tutto nutre verso il suo direttore corrotto nell'animo.
    Mistero della fede.

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  5. ma la prima risposta è un rompicapo per misurare il nostro QI o è una risposta vera?

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  6. Cassandro Bartezzaghi28 ottobre 2013 alle ore 14:21

    Se prendiamo 2 Jules Not Jude, ne aggiungiamo 10, poi ne togliamo 4 e ne riaggiungiamo 92, quanti Jules Not Jude avremo?
    Ora: sapendo che almeno uno di loro dice la verità e presi due Jules Not Jude a caso almeno uno mente sapreste dire quanti dicono sempre la verità e quanti mentono sempre?

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  7. Non perdiamo la linea.28 ottobre 2013 alle ore 14:25

    L'unico interrogativo che ha senso porsi è come fare a pezzi Seimani una volta per tutte.

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  8. Seimani, vista l'ora volevo mandarti i migliori auguri perchè la cena ti vada di traverso!

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