Com'è Profondo il Mare - Music Off

di ThommyThecaT

In questo strano Agosto 2013 è forse venuto il momento di prendersi una pausa, breve ma necessaria. Forse è il caso di sedersi di fronte al mare e di mirare all’orizzonte, quella lunga linea di demarcazione tra il materiale e l’immateriale, tra il razionale e l’irrazionale, quella retta che tanto retta non è. Forse è il caso di allungare i piedi nell’acqua e di lasciarsi rinfrescare le idee dalla brezza mattutina. Sarebbe perfetto farsi cullare da una vecchia canzone di Lucio Dalla, scritta ormai più di 35 anni fa e inserita nell’album “Com'è profondo il mare” (1977). Sembra scritta per noi tutti, incredibilmente aderente al presente. Fa quasi paura leggere il testo. Non preoccupatevi, il mare vi sarà vicino, vi proteggerà. Lucio è alla prima prova da scrittore dopo la rottura con Roberto Roversi. Sfodera, in 5 minuti di musica, un condensato di versi storici per la canzone d’autore italiana. La situazione di fine anni ’70 si fa largo nel testo che pare voler racchiudere la storia dell’uomo dall’eden primordiale all’inferno attuale.


In questo strano Agosto 2013 ci troviamo di fronte all’immobilismo più immobile che possa esistere. C’è gente che per vent’anni ha sbraitato giustamente contro il moloch berlusconiano e che si ritrova oggi a rimanere nel più assoluto silenzio. Ci stanno tutti tirando per il culo. Si nascondono. Nessuno parla. Nessuno che sia capace di gesti seri, forti e coerenti. Tutti si fanno scudo di parole inutili, di Europa, di “spread”, “che non possiamo permettercelo”, etc... “Ma andate a cagare voi e le vostre bugie” direbbe il buon Max, “mare mare mare falli affogare” direbbe il nostro Maestro. Ci ritroviamo un mistico condannato pronto a far leva sulla commozione. Costruiranno un mito popolare sul capo imprigionato. E tutti in silenzio ad aspettare che succeda qualcosa. E chi parla è solo chi ha nulla da perdere, forse perché ha già perso tutto o perché ha perso in partenza. Sfigati, rimanete in attesa delle prossime elezioni (a Novembre o per la prossima Primavera?), lasciate che a dettare i tempi siano sempre gli stessi. Un minimo di orgoglio, uno scatto di passione, qualcosa.

Dio, o chi per lui, sta cercando di farci annegare ma il pensiero, come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare. Il pensiero dà fastidio anche se è silenzioso e muto come un pesce, difficile da bloccare perché lo protegge il mare. Sarà forse è per questo che vogliono bruciare, uccidere, umiliare e piegare il mare?

Non preoccupatevi comunque perché il mare è grande e profondo. Com'è profondo il mare…

 

Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Babbo, che eri un gran cacciatore
Di quaglie e di fagiani
Caccia via queste mosche
Che non mi fanno dormire
Che mi fanno arrabbiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

E' inutile
Non c'è più lavoro
Non c'è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male
Di farci annegare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Con la forza di un ricatto
L'uomo diventò qualcuno
Resuscitò anche i morti
Spalancò prigioni
Bloccò sei treni
Con relativi vagoni
Innalzò per un attimo il povero
A un ruolo difficile da mantenere
Poi lo lasciò cadere
A piangere e a urlare
Solo in mezzo al mare
Com'è profondo il mare

Poi da solo l'urlo
Diventò un tamburo
E il povero come un lampo
Nel cielo sicuro
Cominciò una guerra
Per conquistare
Quello scherzo di terra
Che il suo grande cuore
Doveva coltivare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Ma la terra
Gli fu portata via
Compresa quella rimasta addosso
Fu scaraventato
In un palazzo, in un fosso
Non ricordo bene
Poi una storia di catene, bastonate
E chirurgia sperimentale
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Intanto un mistico
Forse un aviatore
Inventò la commozione
E rimise d'accordo tutti
I belli con i brutti
Con qualche danno per i brutti
Che si videro consegnare
Un pezzo di specchio
Così da potersi guardare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare

Frattanto i pesci
Dai quali discendiamo tutti
Assistettero curiosi
Al dramma collettivo
Di questo mondo
Che a loro indubbiamente
Doveva sembrar cattivo
E cominciarono a pensare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare
Nel loro grande mare
Com'è profondo il mare

E' chiaro
Che il pensiero dà fastidio
Anche se chi pensa
E' muto come un pesce
Anzi un pesce
E come pesce è difficile da bloccare
Perché lo protegge il mare
Com'è profondo il mare

Certo
Chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l'oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare


Un estratto dal concerto di Lucio Dalla registrato nel dicembre ‘78 per la RSI - Radiotelevisione Svizzera Italiana per il programma TV "Musicalmente". Al fianco di Dalla suonano il nucleo originario degli Stadio e il chitarrista Ricky Portera.

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