Il Futuro non è qui! - Ten Years After

Cari amici vicini e lontani, bentornati nel passato. Anno nuovo e anno vecchio si rincorrono in questa scoppiettante rubrica che anche quest'anno puntuale torna a rinfrescarvi memorie e palati sulla musica che fu: Ten Years After.
Ormai alle spalle l'anno della fine del mondo, in attesa di una prossima data ferale o, peggio, dei prossimi mefitici sproloqui di quel bel personaggino del Seimani eccoci qua! Buona lettura e soprattutto buon ascolto.


di RSK



2003: Aerogramme - Sleep and Relaese

Direttamente dalle lowlands scozzesi, per la precisione da Glasgow, arrivano, piu' incagniti che mai, quattro scalmanati ragazzotti. Decidono di dar vita ad una formazione tipicamente alternative rock: due chitarre un basso e una batteria. Vengono immediatamente messi sotto contratto dalla onnipresente Chemikal Underground. Il 2001 e' l'anno dell'esordio e tra il 2002 e il 2003 pubblicano altri due album tra cui questo, prima di sciogliersi nel 2007 dopo alcune vicissitudini che li portano alla pubblicazione di un quarto album. L'influenza del post rock scottish del precedente quinquennio si fa sentire eccome; ma oltre a cio', soprattutto nei pezzi piu' tranquilli, possiamo sentire certi echi della "vicina" Islanda.Un disco che svariona continuamente tra ralenti e furibonde accellerate. Consigliato a chi non riesce a stare fermo.

1993: Grant Lee Buffalo - Fuzzy


A meta' strada tra i REM e i Radiohead ma soprattutto senza dover invidiare niente ne' agli uni ne' agli altri a meta' degli anni '90 fanno il loro esordio sulle scene musicali losangeline i Grant Lee Buffalo. Un gruppo che, malgrado la breve carriera, ha lasciato un segno indelebile nella musica rock americana. Citati e adorati da molti famosi artisti ma poco conosciuti al grande pubblico, ancor di piu' a distanza di vent'anni dal loro esordio: Fuzzy. Personalmente adoro questo gruppo e considero Mighty Joe Moon (1994) uno dei dischi piu' importanti della mia personale discoteca. Grant Lee Philips il deus ex machina del gruppo e' riuscito a creare una bellissima mescolanza tra tradizione e avanguardia in quello che potremmo definire un folk-rock leggermente lisergico con temi a volte molto profondi e forti legati alla societa' circostante. L'esordio e' brillantissimo con singoli, come la titletrack, tra le cose migliori degli anni '90, e pone le basi per il successivo capolavoro e apice della loro carriera.

1983: Bob Marley - Confrontation 


Difficile avvicinarsi al mito Bob Marley senza scottarsi e sicuramente altre sono le rubriche di questo blog piu' adatte a parlarne. Io preferisco soprassedere sul valore artistico del cantautore giamaicano e limitarmi a segnalare questo disco che a distanza di due anni della morte piomba nelle classifiche di tutto il mondo soprattutto per merito di un singolo che anche i sassi, credo , conoscano: Buffalo Soldiers. Dietro a questo nome, che si riferisce al reggimento di soldati americani che combatterono contro i nativi, che gli diedero questo soprannome, si nasconde in realta' la metafora degli schiavi afroamericani che, strappati dalla loro terra natia sono costretti a combattere per un paese che li rende schiavi ancor prima che soldati: gli Stati Uniti d'America.

1973: Paco de Lucia - Fuente y Caudal



Le radici di un genere e' bene esplorarle attraverso uno dei suoi piu' grandi e illuminati rappresentanti. Per coloro che non conoscono o hanno solo una vaga e pittoresca idea di cosa sia il flamenco ecco un'opportunita' d'oro data da questo imprescindibile capolavoro. L'autore di questo disco non e' solo il piu' grande chitarrista di flamenco vivente ma e' anche uno dei piu' grandi chitarristi del mondo. Il suo nome e' Paco de Lucia: la parola d'ordine e' passione e tecnica. Una volta che si concede spazio alla passione e si comprende come, per arrivarci si debba sviluppare una tecnica sopraffina ci si puo' perdere negli infiniti spazi che il flamenco regala all'ascoltatore. Il disco contiene anche la rumba Entre dos Aguas enorme successo internazionale dell'epoca.

1963: Charles Mingus - Mingus, Mingus, Mingus, Mingus, Mingus 

Quando Charles Mingus morì, il 5 gennaio '79, la sua salma venne cremata secondo le sue ultime volontà, e le sue ceneri vennero trasportate in India e sparse nelle acque del Gange.
Si narra che il giorno della sua morte (il musicista aveva cinquantasei anni), cinquantasei balene andarono a morire tutte insieme arenandosi su una spiaggia nei pressi di New York. Charles Mingus era peggio di un bastardo, come egli stesso amava definirsi, sia a causa del suo leggendario caratteraccio, sia per il fatto di essere nato meta' nero e meta' meticcio. Ma tutte queste sono solo note di colore se pensiamo che stiamo parlando del piu' importante bassista jazz del '900. Un autore geniale e unico da annoverare nell'olimpo della musica black per eccellenza. Buon ascolto qui!

10 commenti:

  1. Ma perchè il povero Mingus non ha un titolo adeguato ?
    Certe discriminazioni lasciamole ai vendoliani di prossima generazione.

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    1. interessantissima critica, continua così...pungente e attento!

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  2. Fuzzy è nettamente superiore a Mighty Joe Moon. Te lo dice un segaiolo che si è fatto i calli con i Grant Lee Buffalo.

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  3. Ahahahahah, ma che sfigati spaziali sono Santoro e Travaglio. Una carriera costruita sull' attacco a Berlusconi e quando ce l' hanno avuto lì si sono fatti prendere per il culo...ho idea che la carriera se la siano giocata loro...che meschini.

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  4. Ma l'autografo in coppe non è originale, vero ??? Grant-Lee Phillips ???
    Siamo così grandi da farci autografare le coppe ???

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    1. Sì. Se leggi c' è anche scritto "To Hugh, an old time fan".

      Ma se leggi bene tra le righe il messaggio è: SEIMANI FOTTITI.

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  5. Per tutte le persone confuse, l'unico rimedio è appellarsi a Piero Ciampi...almeno la confusione potrà iniziare ad avere un senso.

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  6. Caro Seimani,
    ci puoi raccontare qualcosa sui Vomito Negro ?

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