Brian Eno a New York - Dj Macionela

NY - La Guardia Airport, fine Aprile 1978
di Dj Macionela



L’aereo rullò sulla pista principale de La Guardia in orario. Dopo undici ore di volo finalmente toccammo terra. Ero esausto. Il viaggio era stato veramente difficile tra i piagnistei di una coppia di bambini thailandesi, una sedile troppo stretto per il mio grosso culone e il bombardamento di medicinali per indurmi al sonno. Le pasticche mi avevo mandato in pappa il cervello. Le ultime due ore di viaggio le avevo passate tra le immagini visionarie del mio periodo di permanenza a Bangkok: uno stillicidio cerebrale degno delle migliori droghe sintetiche olandesi.



Una voce metallica ci invitò a lasciare il velivolo. Raccolsi il mio bagaglio e le mie poche idee e mi trascinai lungo i tapis-roulant che portavano alle sale d’imbarco. Mi attendeva l’ultima fatica, un paio d’ore per tornare a Miami. Cercai un monitor e mandai a fanculo il mondo. La fottutissima Delta Airlines aveva indetto l’ennesimo stramaledetto sciopero degli operatori di terra. In poche parole, quattro ore di ritardo se tutto andava bene. Cosa fare ? Dove andare ?

Non riuscii a far altro che accomodarmi su una scomoda panca in attesa di non so cosa quando vidi un gruppetto di persone che confabulava vicino a una vetrata che portava in un’altra sala. Non riuscivo a comprendere cosa dicessero ma m’incuriosiva vederli impegnati a entrare e a uscire da quel salone che sembrava precluso alla gente che passava. Non sarà mai che in quel salone ci siano dei divanoni pronti ad accogliere il mio corpo, pensai.

Mi alzai e puntai dritto verso una flebile speranza. It’s impossible to enter, mi disse un trentenne inglese  semi-pelato e mezzo androgino. Fu una botta al cuore. Al di là dell’ingresso vedevo tutto ciò di cui avevo bisogno: divani e divani e divani. Nice to meet You risposi garbatamente, I’m Dj Macionela. Are You a DJ ? Sure ? Forse avevo aperto una breccia. Yes e iniziai a elencargli tutti i miei lavori e le mie collaborazioni. Fu fatta ! Mi fece entrare e iniziò a raccontarmi cos’era quella sala. Si era voluto creare un ambiente-prova, quasi un’installazione artistica per ammorbidire e attenuare le atmosfere fredde degli ampi spazi aereoportuali. Mi fece finalmente accomodare e, dopo aver schioccato le dita, si diffuse nell’aria una musica di sottofondo che mi lasciò esterefatto. La musica sembrava un complemento d’arredo, serviva a riempire quei larghissimi spazi vuoti. La musica diventava ambiente. Ambiente ? Ambient music.

I sintetizzatori e la strumentazione elettronica portavano l’ascoltatore a non ascoltare, concetto rivoluzionario in un mondo in cui l’ascolto e la fruizione venivano messe al primo posto dai musicisti, produttori o chicchessia. Il volume sembrava quasi perdere d’importanza; più negli altri campi musicali si tendeva ad alzarlo più veniva abbassato in questo mondo. E il musicista poteva tranquillamente essere un non-musicista, un semplice tecnico che dietro a semplici marchingegni poteva creare un mondo tanto irreale quanto asettico. Mancava la parte ritmica, e non potete immaginare quanto mi faceva soffrire, ma il non-ascolto rilassato mi riportò velocemente nel mondo dei sogni. I cori femminili, le poche note di pianoforte e i lunghi silenzi rumoristici mi cullavano dolcemente. Ricordo alcune frasi, poche concetti che Brian Eno, così si chiamava, mi sussurrava disteso nel divano a fianco. E poi più nulla. Tutto era diventato privo di materia, rarefatto, impalpabile.
Mi risvegliai solo in quell’immensa sala. Oltre le vetrate, vedevo passare, avanti e indietro, centinaia e centinaia di persone pure loro impegnate a diffondere nell’ambiente la loro musica fatta di parole, calpestii, fruscii che si mescolavano agli altoparlanti, ai rombi dell’aerei...al mondo.


14 commenti:

  1. Musica ambient ? Dici bene, è fatta per non essere ascoltata.

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  2. Musica ambient = musica per fattoni

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  3. Dolcissimo deejay

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  4. Bellissimo lo scimmione degli Stones

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  5. Molto bello è My Life in the Bush of Ghosts (1981) di Brian Eno & David Byrne. Merita più di un ascolto.

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  6. God Sigma è troppo sfigato. Ma chi l'ha visto mai ??

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    1. Formigoni lo guardava sempre mentre si faceva fare i bromboloni da daccò...

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    2. Te lo faccio vedere io chi sono, te lo faccio vedere io...

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  7. Forigoni e Musica (han distrutto il Bosco di Gioia questi grandissimi figli di troia)16 ottobre 2012 alle ore 09:28

    "vorremmo rassicurare tutti: il governatore chiava" Elio, Brescia, giovedì 25 febbraio 2010 nel corso del concerto al Palabrescia (Bellimbusti Tour)

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  8. Seimani sei sempre sul bilico sull'asse del cesso. Il problema che poi fai sempre di tutto per caderci dentro. E come potrebbe essere altrimenti ? Sei uno stronzo e meriti solo la fogna.

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  9. Le prostitute libiche di stampo dionisiaco odiano et amano Seimani.

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  10. Se c' è un Dio è l' opposto di Seimani.

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  11. Se ci fosse un Dio non ci sarebbe Seimani. Punto.

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