Litfiba Live @ Brescia


di Prof. Willy

"Uooaah!", "Ciao Bresciaaaa!".  
Come da copione il buon vecchio Piero saluta Piazza Duomo con le classiche emissioni vocali che lo hanno reso tanto celebre quanto parodiato.
Per l'occasione il sottoscritto non si trova sotto il palco  (e in ritardo), ma in largo anticipo e comodamente seduto sulla poltrona del Circolo Arci "Caffè Letterario" di Vicolo Beccaria, dal quale si ha una perfetta visuale dello stage e della platea. I soldi risparmiati del biglietto vengono investiti in ottima birra germanese non filtrata. Avviso: non essendo un fan del gruppo toscano non potrò fare un resoconto dettagliato della scaletta (per questo c'è setlist.fm)
I Litfiba attaccano poco prima delle 22 e partono con un classicissimo, "Maudit"; la staticità di Renzulli viene ampiamente compensata dalla mobilità di Pelù, che col suo gilet rosso si dimena per il palco come solo lui sa fare. Muovendosi in pieno centro città poi, quale migliore occasione per lanciare strali contro Beretta, Finmeccanica e Valsella? Infatti, il predicatore fiorentino non si fa attendere. Dopo di che, per fortuna, si torna la musica, ancora da "Terremoto" (uno degli album più saccheggiati dal concerto): "Dimmi il nome".
Lo  show scorre via bello e rockeggiante, alternando pezzi del nuovo lavoro "Grande Nazione" con vecchi classici tratti da "17 Re", "Litfiba 3", "El Diablo"... Le circa 2500 persone (valutazione spannometrica dalla mia postazione privilegiata) sembrano divertirsi, rispondendo agli ululati di Pelù, battendo le mani, e pogando a ridosso del palco.
Ci sta pure una dedica ai Timoria, nella quale Piero ne augura la reunion - chissà se Elio e soci ci faranno una canzone? E soprattutto: chissà che Renga (che aveva suonato sul medesimo palco la sera prima) non sia toccato gli zebedei?
Purtroppo le mie speranze di poter sentire capolavori quali "Toro Loco" o "Electro macumba" vengono in toto disattese, ma per il finale della prima parte del concerto i Litfiba calano un poker da stringerti il cuore per l'amarcord: "Tex", "Regina di cuori", "Gioconda" e "Lacio drom"!
C'è spazio anche  per Ghigo, il quale si lascia andare a un dialogo chitarristico con l'omologo turnista davvero niente male: discreta tecnica, bella l'intesa, e un sound che ormai è marchio di fabbrica del musicista toscano.
I Litfiba rientrano dopo circa 5 minuti - Pelù s'è cambiato gilet - per altri 5/6 brani, tra i quali "Istanbul" e "El Diablo" (“Ra-tzin-ger” scadito in coda al ritornello invece di 6-6-6 vale il prezzo del biglietto, peraltro non pagato) e poi il bis con "Lo spettacolo" e "Cangaceiro".
Totale circa due ore di degnosissimo concerto: Renzulli & Pelù si destreggiano nei rispettivi ruoli con molto mestiere. L'amarezza resta nel constatare che il meglio della band è stato scritto e suonato almeno 15 anni fa, che il prima e dopo Maroccolo ne è mai stato rielaborato musicalmente ma semplicemente giustapposto, e che la nostralgia è canaglia...



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