REC


(Recensioni in breve)

Beach House – Bloom
Diciamo che il peggior difetto di questo disco coincide con il suo maggior pregio, e cioè quello di assomigliare tantissimo al bellissimo precedente Teen Dream. La cosa positiva è che Bloom si mantiene sullo stesso livello qualitativo, rivelandosi dunque altrettanto piacevole, la cosa negativa è che è talmente simile al suo predecessore da sembrarne quasi una specie di bis. Fortuna vuole che l’ elegante pop dei Beach House sia sempre un graditissimo ascolto, anche quando non faccia altro che replicare se stesso.
Giudizio: 3 palle e mezza, in una parola: replica. PLAY!

The Brian Jonestown Massacre – Afheben
Elettronica, pop, chitarre acide, esotismo, e sonorità hippy rendono l’ ultimo disco dei The brian Jonestown Massacre sicuramente un ascolto molto divertente e spassoso. Eppure, per qualche inspiegata ragione, non indimenticabile.
Giudizio: quasi 3 palle, in una parola: spassoso. PLAY!

Rufus Wainwright - Out of the game
Da parte di uno dei maestri del genere un album di tradizionalissima musica pop, impreziosita dalla varietà dagli arrangiamenti e dei "colori" che riesce a portarsi appresso.
Giudizio: 3 palle. In una parola: solare. PLAY!

Gravenhurst – The ghost in daylight
Un disco che si compone di deliziose dilatate ballate di bucolica psichedelia. Un album impeccabile, forse troppo, tanto impeccabile da risultare a tratti banale, per nella sua intatta bellezzae nella sua ben celata complessità.
Giudizio: 3 palle, in una parola: impeccabile. PLAY!

Sigur Ros – Valtari
I Sigur Ros ci hanno abituati bene. I loro non sono semplici album, ma dei placidi oceani colmi di emozioni. E’ quello che si cerca di replicare anche in questo Valtari. Il problema è che nella fattispecie questa volta il fiume finisce per sfociare, chissà perché, solo in un mare di noia.
Giudizio: 2 palle e mezza, in una parola: noia. PLAY!

Spain – The soul of Spain
Ha senso tornare dopo undici anni sulle scene ripartendo esattamente da dove ci si era interrotti e dunque proponendo la stessa musica “dei bei tempi andati”? La risposta è sì, perché no? Penso ai Feelies, a Dennis Coffey, ritorni che ho apprezzato tantissimo. Questa volta però è andata diversamente. L’ unica cosa che mi viene da scrivere di questo disco, costruito su un pop intimista senz’altro raffinato, è che si lascia ascoltare.
Giudizio: 2 palle e mezza, in una parola: prescindibile. PLAY!

M.S.

6 commenti:

  1. Sei tautologicamente fallito SEIMANI

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  2. SEIMANI, ti meriteresti di ascoltare il BOSS per ore.

    AAAAARRRRRRGGGGGGHHHHHHHHHHHHH, nnnnnnnnnnnnnnnooooooooooo

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  3. Sono sempre bellissime le ballate dei Gravenhurst. Mi rilassano da morire.

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