Musicanidi di Maurisio Seimani: Afterhours, Orbital, Spiritualized



Padania 

La sovradiffusione di musica sul web, e la susseguente fruizione sempre più superficiale e distratta della stessa, sembra stia finendo per generare una specie di contro-reazione nel nostro paese, visto che alcuni degli esponenti migliori del panorama musicale italiano hanno deciso recentemente di ripresentarsi sulle scene proponendo o concept albums o quantomeno opere tanto compatte nella loro struttura, da rendere l’ ascolto di singole canzoni fortemente limitativo. Una ferma rivendicazione della superiorità del 33 giri sul 45 giri, si sarebbe detto un tempo. Capossela, Verdena, Teatro degli Orrori, ed ora gli Afterhours: la “Padania” di Manuel Agnelli e soci, un luogo metafisico fatto di freddo e desolazione, ben sintetizzato dalla grigia copertina del disco (un cancello che si apre su un nulla ricoperto di gelo), viene infatti esposta attraverso lo srotolarsi di 15 tracce finemente intessute tra loro sia nei testi, sia nelle spesso complesse costruzioni musicali. Parole e suoni che ci conducono, pezzo dopo pezzo, in una landa desolata in cui gli uomini hanno perso se stessi ed i propri desideri, rincorrendo un lontano ingannevole sogno ormai tramutatosi in nulla ed oblio. E’ un disco ambizioso Padania, sicuramente uno dei più difficili ed ostici della produzione della band milanese, ma semplicemente perché, in quanto completamente autoprodotto, è anche dominato da un’ assoluta libertà creativa, ovunque palpabile. Un disco difficilmente giudicabile dunque, perché, che piaccia o meno, è completamente riuscito per ciò che voleva essere. Perciò, per quello che è il mio gusto personale, potrei sottolineare che ho trovato l’ opera un po’ barocca e immotivatamente sovrabbondante in alcuni suoi momenti, ma non avrebbe poi molta importanza: questo disco, per tutte le ragioni sopra esposte, ha tutte le caratteristiche di una vera opera d’ arte dei nostri tempi che, in quanto tale, resta intatta nel suo fascino, al di là delle differenti sensazioni che può suscitare in ognuno di noi, e quale che sia il nostro giudizio finale.
In una parola: Padania.
Giudizio: n.g.

Orbital - Wonky



Considerati tra gli artisti più influenti nella scena della musica elettronica degli anni 90, i fratelli Paul e Phil Hartnoll, in arte Orbital, non producevano un vero e proprio album di inediti da circa 12 anni. Non pochi. Riunitisi per una riuscita tournè nel 2009, tornano dunque oggi con Wonky, un disco che, solo per un caso fortuito, non ho rischiato di snobbare, commettendo così un grossissimo errore. Mi spiego. Il punto è: è mai possibile che un disco che inizia con ben 3 canzoni (3!) veramente poco o per nulla ispirate, peraltro piuttosto prolisse, possa improvvisamente tramutarsi in un album incredibilmente coinvolgente a partire dalla quarta? Sarò sincero, solo per puro caso non ho rischiato di sbarazzarmi di questo disco prima che la voce di Zola Jesus, nel pezzo New France, la quarta traccia dell’ opera appunto, mi facesse cambiare idea. Meno male, perché tutto ciò che arriva dopo quel pezzo, è veramente travolgente. E’ elettronica, è quella vecchia elettronica che chi c’era nei 90 ben si ricorda, ed è, nella fattispecie, semplicemente trascinante. Sempre più trascinante, pezzo dopo pezzo...c’ è forse qualcos’ altro da aggiungere? 
In una parola: iperbolico 
Giudizio: 3 palle e mezza. 

Spiritualized - Sweet heart sweet light

   

Settimo album per la creatura di Jason Pierce, gli Spiritualized, gruppo fondato a inizi 90, dopo lo scioglimento del primo gruppo dello stesso Pierce, gli Spacemen 3. L’ album propone del semplice pop-rock inglese di ottima fattura, quel genere di pop che trova il suo punto di forza in quella caratteristica immediatezza, che deriva dalla capacità di costruire accattivanti soluzioni melodiche strofa dopo strofa e ritornello dopo ritornello. Soluzioni melodiche che peraltro non disdegnano di strizzare l’ occhio anche a un pizzico di psichedelia, attitudine che, se usata con misura, ovviamente non guasta mai. Non un disco sconvolgente dunque, ma un disco che si fa sentire con innegabile piacere dall’ inizio alla fine. Ottimo per accompagnare la nostra primavera e la nostra estate. 
In una parola: diretto. 
Giudizio: 3 palle. 

Saluti a tutti i Musicanidi, ci risentiamo a fine maggio,
Maurisio Seimani.

27 commenti:

  1. Potevano però intolarlo Banania...la Padania ormai è già desueta.

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  2. Giusto non mettere voto al disco degli Afterhours. Certi dischi non si possono riassumere in stellete o palline che siano.
    Seimani ne hai fatta uan giusta.
    Ti odio lo stesso, non credere.

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  3. Scherzi a parte questa è una delle migliori rubriche di musica di questa Padania di merda.

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  4. Peristaltico direi e quantomai sgargiulo che fa rima con culo.
    Grande Seiculo

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  5. Sei culo nel senso di 6 volte culo però.

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  6. Seimani, stupida primadonna checca istearica, belle come sempre le recensioni e allora com' è che ancor oggi mi disgusti?

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  7. Di sovrabbondante c'è solo l'aria che fuoriesce dal tuo culo sfondato.

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  8. Se WOW dei Verdena è stato definito il White Album italiano secondo me si può dire tranquillamente che ora l' Italia ha pure il suo Ok Computer che è Padania.
    Grandi Afterhours, sempre di qualità elevata. recensione condivisibile al 100% anche se io non ho trovato momenti troppo sovrabbondanti (sì, ci sono due/tre canzoni non all' altezza del resto questo sì) ed il disco mi sta piacendo sempre di più ad ogni ascolto.

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  9. Per me invece questo per gli Afterhours è il disco del Game Over.

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    1. PS: non è un po'sovrabbondante, come si dice nella recensione, è molto sovrabbondante, come se non sapessero più che fare e cercassero di stupire in tutti i modi, riuscendo solo ad annoiare a morte e infastidire i timpani.

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    2. Vabbè, non esageriamo...

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  10. Ma c' è una canzone sulla Trota?

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  11. Maurisio: giù la maschra e fuori le palle! Quante palle dai al disco degli Afterhours?

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    1. Ma perché?
      Allora gliel’ avrei già dato no?
      Allora, nel post l’ ho già scritto: anche per il mio gusto questo album è fin troppo ricercato (a scapito di quell’ immediatezza che ho sempre apprezzato degli Afterhours) e dunque a tratti sovrabbondante.
      Ma ripeto che ad ogni modo qui un voto non ha tanto senso…l’ album è volutamente così, e si sente che è stato costruito in quel modo dai suoi autori solo perché c’ era la sincera volontà di inserire nella propria discografia un’ opera di questo tipo. E allora? Che voto dovrei dargli? Dovrei dargli non più di 3 palle solo perché per me è troppo ricercato? E’ una cazzata. I testi sono belli e sentiti e il lavoro svolto sugli arrangiamenti è incredibile a dimostrazione che si ha a che fare con un gruppo di artisti ancora molto ispirati. L’ opera, come già scritto, ha un suo elevato ed oggettivo valore artistico che mi sembra indiscutibile. Perciò il voto, che è SEMPRE una questione di gusto personale, diventa troppo SOLO una questione di gusto personale in questo caso. Non è che non si possa dare, ci mancherebbe altro, è solo inutile. Non te ne crucciare, dunque.

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    2. Buffone di un Maurisio, non l'hai mai ascoltato.

      BUF-FONE - BUF-FONE - BUF-FONE

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  12. Poche balle! Quante palle?!?!?!

    Seimani sei lercio come il solco scavato nel letame da un aratro di cazzi marci

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  13. Seimani ti faccio violentare dal Gabibbo vestito da tenerone.

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  14. Seimani il tuo non mettere le palle crea disordine e disagio.
    A ben pensarci anche se le mettevi comunque.

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  15. Orbital,appena posso me li ascolto.

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  16. Ocio che è come dice Seimani, i primi 15 minuti dell' album sono INUTILI!!!

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  17. Seimani sventaglierei volentieri per aria uno spadone medievale se tu ci stessi seduto in cima.

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  18. la finesa l'é finesa28 aprile 2012 alle ore 07:57

    Seimani sei solo una marea di cazzi in bocca di passaggio...il fatto che tu non esprimi giudizi sugli afterhours significa solo che non li conosci! VERGOGNA!!!

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  19. Afterhours grandissimi! Che la recensione la faccia Seimani significa ancor di piú che il disco vale la pena. Potete dire quel cazzo che vi pare ma questo é uno dei migliori gruppi di sempre del rock italiano...

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  20. Inizia a puzzare di stantio.

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  21. Se qualcuno ha scritto che Wow dei Verdena è il White Album italiano si può sicuramente dire che Padania è il nostro Ok Computer.

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